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Covid, la quarantena da contatto con positivo non è più considerata malattia dall’Inps

Il 6 agosto 2021, l’Inps ha pubblicato il messaggio n.2842 in cui afferma che, in riferimento all’indennità previdenziale di malattia in caso di quarantena (art. 26, decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18), procederà al riconoscimento degli importi dovuti per il 2020, nel limite delle risorse stanziate. Tuttavia, come precisato nel messaggio n. 1667/2021, “il legislatore attualmente non ha previsto, per l’anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela della quarantena di cui al comma 1 dell’articolo 26 e, pertanto, salvo eventuali interventi normativi, l’Istituto – con effetto retroattivo – non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso.

La quarantena per contatto Covid, introdotta dal Decreto Cura Italia (decreto legge n. 18/2020), consiste in un periodo di isolamento obbligatorio per chi è entrato in contatto con un soggetto positivo all’infezione da Sars-Cov-2; la durata è stata ridotta a 7 giorni per le persone vaccinate, mentre rimane di 10 giorni per i non vaccinati.

Quali saranno le conseguenze ora che l’Inps ha affermato che la quarantena non verrà considerata malattia e di conseguenza non sarà più a suo carico?  

In una lettera firmata da Cgil, Cisl, Uil e inviata ai ministri Andrea Orlando e Daniele Franco, i sindacati si dicono preoccupati per questa mancata equiparazione dei periodi trascorsi in quarantena o sorveglianza fiduciaria a malattia e pongono, inoltre, seri interrogativi sia su come potranno essere riconosciuti tali periodi di assenza da lavoro per le lavoratrici e i lavoratori che improvvisamente si trovano privi delle tutele che erano previste dalla norma, sia su come sarà assicurata la copertura retributiva e contributiva.

Se non dovesse intervenire un rifinanziamento ad hoc per finanziare la tutela della quarantena anche per il 2021, le aziende potrebbero essere costrette a recuperare le prestazioni in busta paga e restituirle all’Inps, con conseguente scopertura contributiva dei relativi periodi. Chi andrebbe a rimetterci, sarebbero quindi i lavoratori, a cui potrebbe essere decurtato lo stipendio perché non più “coperti per i giorni di assenza” o, molto più probabile, i datori di lavoro.

 

Leggi di seguito il messaggio Inps n.2842/2021

https://servizi2.inps.it/servizi/CircMessStd/VisualizzaDoc.aspx?tipologia=circmess&idunivoco=11837